Carissimo Presidente che stai a Roma
ho visto il due giugno dalla mia poltrona
sfilare in fila indiana gente armata
e altri con vestiti un po’ d’annata.
Tutto bello, tutto carino, pè carità
ma a una domanda rispondimi, per pietà
perché sta festa della Repubblica italiana
pare organizzata da Dolce e da Gabbana?
Io propongo, io suggerisco, esimio Presidente
di mettere in capo a tutti un bel perdente
magari un padre di famiglia licenziato
o un anziano solo e tanto pensionato,
un precario senza casa né futuro
o uno straniero timido e insicuro.
Un giovane volontario e sorridente
che se ne fotte della divisa altamente.
Per ultimi coi senza casa puzzolenti
vergogna e sciagura di voi vincenti
solo noi, clown, poeti e pirati,
con la fanfara, zozzi e sgangherati.
A voi l’illusione della sicurezza
a noi dubbio, poesia e leggerezza.
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